Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la rimborsabilità dell’estensione d’indicazione di Kaftrio® 75 mg/50 mg/100mg (Ivacaftor/Tezacaftor/Elexacaftor) in regime di associazione con Ivacaftor® 150 mg.
Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la rimborsabilità dell’estensione d’indicazione di Kaftrio® 75 mg/50 mg/100mg (Ivacaftor/Tezacaftor/Elexacaftor) in regime di associazione con Ivacaftor® 150 mg.
Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la rimborsabilità dell’estensione d’indicazione di Kaftrio® 75 mg/50 mg/100 mg (Ivacaftor/Tezacaftor/Elexacaftor) in regime di associazione con Ivacaftor® 150 mg.
Un recente studio pubblicato sulla rivista Microbiology Spectrum ha dimostrato la capacità della triplice terapia elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor di ridurre la carica microbica di Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus nelle vie aeree delle persone affette da fibrosi cistica dopo un anno di terapia.
La telemedicina consiste nella telecomunicazione di cure e servizi di consulenza sanitaria al paziente al fine di trasmettergli informazioni utili per la prevenzione, la diagnosi, la terapia, la consulenza, il controllo e la riabilitazione. Questa tecnica di monitoraggio a distanza può, pertanto, migliorare la qualità di vita del paziente con fibrosi cistica.
Uno studio prospettico ha dimostrato il contributo relativo dell’ambiente familiare, lavorativo e sociale, oltre a quello dei principali fattori di salute fisica e mentale, sulla qualità di vita dei pazienti adulti affetti da fibrosi cistica. La valutazione di questi fattori predittivi potrebbe aiutare a implementare terapie specifiche in base all’idoneità del paziente.
Sorprendentemente, nei soggetti affetti da fibrosi cistica è stata riscontrata una ridotta diffusione del SARS-CoV-2. Un recente studio ha dimostrato che l’espressione della proteina CFTR (regolatore della conduttanza transmembrana della fibrosi cistica) è coinvolta nella regolazione della replicazione del SARSCoV-2, fornendo così nuovi spunti sul suo ruolo nell’infezione virale e sullo sviluppo di strategie terapeutiche per il COVID-19.
La fibrosi cistica influisce su molti aspetti della vita, tra cui l’attività fisica. Sebbene una maggiore attività fisica sia associata a molteplici benefici per la salute, esistono pochi dati nelle persone affette da fibrosi cistica rispetto a soggetti sani. Una recente revisione sistematica di 46 studi ha dimostrato che nei pazienti con fibrosi cistica, l’attività fisica, anche moderata, aumenta la qualità di vita, la funzionalità polmonare, la densità ossea e le capacità motorie. Questa revisione può aprire la strada a ulteriori studi sull’effetto dell’esercizio fisico nella fibrosi cistica.
E anche un efficace e accessibile sistema di monitoraggio e verifica sulle aree di miglioramento correlate all’implementazione degli “standard” per i servizi ospedalieri con coinvolgimento delle società scientifiche. Queste alcune delle proposte presentate al ministero da SItI, CARD e ANMDO.
Un miliardo e 380 milioni: tanto stanzia il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il Fascicolo sanitario elettronico, che riporta la storia sanitaria di ogni cittadino italiano. La missione è promuovere il documento nelle regioni rimaste indietro e renderlo interoperabile, cioè “leggibile” sui terminali di ASL ed Ospedali, tra regioni che lo hanno sviluppato in casa con proprie specifiche.